Armani. Forse davvero non ci sarebbe bisogno di aggiungere altro se non il suo nome. Un nome che vale come presentazione, come garanzia assoluta di qualità.

Nata dell’estro del suo inimitabile fondatore, Giorgio Armani, e da Sergio Galeotti, la casa di moda venne fondata nel 1975 e, secondo alcuni, venne finanziata con la vendita della Volkswagen usata dello stilista: il capitale sociale era di 10 milioni di lire. ‘’Tutti facevamo un po’ tutto: l’amministratore  chiudeva le scatole di cartone che contenevano i vestiti da spedire, l’aiutante del disegnatore faceva le fotocopie, la segretaria riceveva le richieste. Nel 1976 i ricavi ammontarono a 569 milioni di lire, pochi ma ci sembravano molti, eravamo partiti da zero l’anno prima’’, ha scritto lui stesso nella biografia edita da Rizzoli.

E da quel momento Armani non sembra più intenzionato a voler abbandonare le passerelle e stupire il suo pubblico: i suoi prodotti offrono un lusso quotidiano, pronto da indossare, per capi mai banali, tessuti ricercati e dalle sfumature avvolgenti, perfetti sia per il lavoro che per il tempo libero. La donna che veste Armani ama distinguersi per eleganza, attenzione ai dettagli e per le finiture raffinate, ma mai eccessive. Le collezioni uomo propongono un gusto innovativo, ma sempre tendente al classico, con un tocco di casual che rende tutto più adatto alla contemporaneità, senza rinunciare alla raffinatezza.

E queste caratteristiche, colonne portanti dello stile e della professionalità del made in Piacenza, non mancano neppure nelle collezioni dedicate ai bambini che lo stilista, classe 1934, decise di lanciare nel 1982 rivolgendo la sua attenzione a un pubblico dai 3 mesi fino ai 16 anni di età.

Target sicuramente diverso, ma stessa voglia di stupire e di lasciarsi stupire con capi eleganti, unici e sinonimi di moda ad ogni latitudine.